“Festival Of Silence”
Concerto di Silenzio #01
2015
L’importanza di ciò che non si percepisce.
Viviamo in una bolla satura di suoni e rumori.
La moltiplicazione inarrestabile degli oggetti, delle informazioni, delle sollecitazioni sensoriali fa sì che l’uomo d’oggi si trova a vivere in un “troppo pieno”, in un “troppo rumore”.
Ci troviamo di fronte a un colossale “inquinamento immaginifico”: l’eccesso di stimolazioni visive e auditive ha fatto sì che non resti più nulla di libero da segni, segnali, indici. L’effetto è quello del frastuono, del rumore frastornante, perfino quando è musica.
L’ipertrofia segnica ha raggiunto un parossismo per cui avvertiamo (o meglio dovremmo avvertire) sempre di più la necessità d’una pausa immaginifica.
SHHHH!
Il silenzio è percepito erroneamente come un vuoto, un’assenza, una “non-vita”, la paura che questo fantasma si presenti a noi fa sì che altri nuovi suoni vengono prodotti, suoni per colmare e anestetizzare temporaneamente la paura del vuoto-silenzio.
Il silenzio assoluto non esiste.
Anche il silenzio è una presenza, esso è parte integrante della vita e quindi ha sempre un significato e un valore.
Occupati ad allontanare il fantasma il nostro orecchio si è fatto sordo, ignorante, intrappolato in un Horror Pleni che pochi avvertono e che tutti invece dovrebbero temere. Urge una pausa, tornare a sentire ciò che non si percepisce, un silenzio costituito da molteplici suoni, i suoni esistenti, quelli dell’ambiente in cui ci troviamo, del nostro cuore e del nostro corpo.
CONCERTO DI SILENZIO N° 1 : l’intervallo perduto tra un frastuono e l’altro
The importance of what is not perceived.
We live in a bubble overfilled with sounds and noises. The unstoppable multiplication of objects, information, sensorial stimuli, makes it so that today’s man finds himself living in a “too full”, in a “too much noise”. We are faced with a colossal “image-bursting pollution”: the excess of visual and aural stimuli made it so that nothing remains free from signs, signals, indexes. The effect is that of the din, of the dazing noise, even when it’s music. The sign-ful hypertrophy has reached a paroxysm due to which we feel (or better, should feel) more and more the necessity of an imagerial pause.
SHHHH!
Silence is erroneously perceived as emptyness, absence, “non-life”, the fear that this ghost might show up to us makes it so that other new sounds are produced, sounds to fill and temporarily anesthetize the fear of the silence-emptyness. Absolute silence does not exist. Silence is a presence as well, it is an integral part of life and, therefore, it always has a meaning and a value. Busy with thrusting away the ghost, our ears have become deaf, ignorant, prisoner in a Horror Pleni which few are aware of and which, instead, everyone should fear. A pause has become necessary, going back to hearing what is not perceived, a silence made of multiple sounds, the existing sounds, those of the environment we are in, of our heart and of our body.
CONCERT OF SILENCE NR. 1: the interval lost among a din and another one.
www.festivalofsilence.blogspot.it
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